COSA È L’IMPRONTA ECOLOGICA

La “carbon footprint” (letteralmente, “impronta di carbonio”) è un parametro utilizzato per stimare le emissioni di gas serra generate per la produzione di un bene o l’erogazione di un servizio. Si può anche applicare ad intere organizzazioni (per esempio un’azienda) o a livello individuale.

L’impronta ecologica può essere misurata come l’area marina o terrestre necessaria a rigenerare le risorse consumate e per assorbire i rifiuti prodotti. Al riguardo troviamo interessanti gli spunti del sito Global Footprint Network https://www.footprintnetwork.org/ dove possiamo scoprire quanti pianeti ci servono per mantenere il nostro stile di vita e la data del calendario in cui abbiamo esaurito le risorse del nostro pianeta (Overshoot Day)

L’impronta ecologica può essere misurata anche da un punto di vista energetico, considerando l’emissione di anidride carbonica e, di conseguenza, la quantità di foresta necessaria per assorbire la suddetta CO2. In tale ultima accezione, si esprime generalmente in tonnellate equivalenti. Secondo le indicazioni del Protocollo di Kyoto, i gas serra che devono essere presi in considerazione sono: anidride carbonica (CO2, da cui il nome “carbon footprint”), metano (CH4), ossido nitroso (N2O), idrofluorocarburi (HFC), perfluorocarburi (PFC) ed esafloruro di zolfo (SF6).

COME SI MISURA

Si tratta di stimare le emissioni complessive prodotte dal nostro stile di vita e dai nostri comportamenti in un dato lasso temporale (di solito un anno). In alternativa, ci si può limitare a valutare l’impatto di un singolo evento o gesto.

Sono sorti in questi anni sul web moltissimi “calcolatori” con cui simulare le conseguenze dei propri comportamenti. Abbiamo verificato che, spesso, questi calcolatori portano a risultati diversi. I motivi possono essere molteplici. Intanto vi sono delle difficoltà oggettive nello stimare la CO2 prodotta ed al variare delle ipotesi si ottengono risultati anche molto diversi. Inoltre, alcuni calcolatori sono stati elaborati qualche anno fa e non sono stati aggiornati per tener conto dell’evoluzione tecnologica (che di solito riduce il consumo di CO2) e dalle migliorate conoscenze scientifiche che permettono stime sempre più raffinate e precise.

Elenchiamo qui alcuni calcolatori. Fateci sapere se ne conoscete altri:

http://www.footprintcalculator.org/signup

https://www.treedom.net/it/co2

https://www.carbonfootprint.com/calculator.aspx

https://climatecare.org/calculator/

UN ESEMPIO – IL TRASPORTO AEREO

Secondo lo IEA (International Energy Agency), nel 2017 il 25% delle emissioni mondiali di CO2 sono state generate dai trasporti.

Anche se il trasporto aereo non occupa il primo posto in termini assoluti, in termini relativi è sicuramente il settore maggiormente inquinante. Volare produce circa 285 grammi di CO2 per ogni passeggero (una media di 88 persone a volo) per ogni chilometro percorso. Un’auto ne produce 42 per passeggero per chilometro.

Anche se i conteggi sono difficili e differiscono molto in base alle ipotesi fatte,

  • abbiamo ricostruito l’impatto di un volo andata e ritorno tra alcune destinazioni (partenze da Roma e Milano);
  • abbiamo poi provata a stimare, anche qui con grande approssimazione, come si potrebbero compensare le emissioni nocive di questi voli, per esempio piantando alberi:

Potete fare le vostre simulazioni consultando qualcuno dei siti che abbiamo usato:

https://flightemissionmap.org/    https://www.atmosfair.de/en/offset/flight   https://www.treedom.net/it/co2   https://climatecare.org/calculator/   https://www.icao.int/environmental-protection/CarbonOffset/Pages/default.aspx  

UN ESEMPIO – MUOVERSI IN AUTOMOBILE

UN ALBERO PER COMPENSARE L’IMPRONTA ECOLOGICA

Molti enti offrono servizi professionali per la valutazione di impatto ambientale ad imprese pubbliche e private.

Esistono poi diverse organizzazioni che raccolgono fondi da imprese o privati cittadini e che si occupano di investire tali fondi in progetti eco sostenibili e per la compensazione dell’impronta ecologica.

Di recente sono in molti a proporre di compensare le emissioni di gas serra attraverso progetti di riforestazione o di messa a dimora di alberi in ambito urbano.

Senza aver fatto alcuna verifica diretta, abbiamo trovato da fonti di stampa o sul web i seguenti collegamenti che ci sono parsi avere caratteristiche di serietà. Lasciamo comunque a ciascuno il compito di fare le proprie verifiche.

Facciamo notare che, a parità di somma stanziata, si possono piantare un numero di alberi assai differente a seconda del luogo in cui si decide di fare l’intervento di compensazione.

Tipicamente nei paesi occidentali il costo unitario delle essenze ed i costi associati al loro impianto è assai maggiore.

Si polemizza e si discute anche sull’opportunità di mettere a dimora piante già adulte oppure quelle giovanissime. Al riguardo, abbiamo trovato sul sito di arboricoltura ( http://www.arboricoltura.info/) le seguenti notazioni: “Spesso, quando vengono realizzati interventi di forestazione urbana, le piantine forestali vengono considerate, dall’opinione pubblica (e purtroppo anche da operatori del settore poco informati!), troppo “piccole”.
In realtà, la scelta di utilizzate alberi e arbusti di 1 o 2 anni ha motivazioni tecniche ed agronomiche, che sono diverse da quelle per alberi che vengono utilizzati per viali alberati o all’interno di parchi e giardini. Le piante per gli interventi di forestazione urbana provengono da vivai forestali, che si occupano della produzione di piante forestali autoctone di provenienza locale. L’attività dei vivai riguarda nello specifico la raccolta e la conservazione del seme, la coltivazione delle piante e la loro distribuzione. I vivai forestali hanno anche l’importante funzione di conservare e diffondere specie autoctone per formare boschi costituiti dalle stesse specie che formano i boschi ed i popolamenti naturali che si trovano spontaneamente sulle colline e sulle montagne, in pianura, lungo i fiumi e le coste. Le piante utilizzate possono essere a radice nuda di 1 o più anni o allevate in contenitore che, spesso, posseggono accorgimenti che riducono l’insorgenza di difetti radicali determinati dalla costrizione delle radici alla crescita in un volume limitato. Il materiale vegetale in contenitore in genere garantisce i migliori risultati in termini di attecchimento; inoltre si hanno anche altri vantaggi quale la possibilità di effettuare la piantagione con le piantine già in vegetazione e di poter trasportare le piantine e lasciarle sul luogo degli impianti, senza adottare particolari accorgimenti.

Bene, dopo questo chiarimento, aggiungiamo noi che sarebbero auspicabili sgravi fiscali per incentivare le donazioni e sarebbe necessario organizzare una rete di volontari esperti nell’impianto e prima manutenzione degli alberi, con l’effetto di ridurre i costi ed anche per ridurre il numero delle piante che non attecchisce.

Se volete donare per la città metropolitana, PARCO NORD MILANO

https://parconord.milano.it/dona-ora-al-parco/dona-un-albero-al-tuo-parco/

L’importo richiesto al donatore per ogni albero è di euro 350,00 ed è un contributo che copre parte della spesa complessivamente sostenuta dal Parco per seguire e garantire il ciclo di vita della pianta…. Con una donazione minima di euro 30.00 è possibile contribuire alla realizzazione di 10 mq di bosco. L’importo donato sostiene la realizzazione di 10 mq di bosco (acquisto e posa delle piantine), ed è un contributo che copre parte della spesa che il parco complessivamente affronta per realizzare e mantenere i boschi. Con una donazione superiore a euro 30,00 si possono adottare o regalare più mq di bosco”

Su Milano sono attivi anche quelli di #CasciNet con il progetto #FoodForest

https://www.facebook.com/events/519288081973570/

il sito istituzionale del Comune di Milano

https://www.comune.milano.it/aree-tematiche/verde/adotta-il-verde/cura-e-adotta-il-verde-pubblico

Oppure consultate queste pagine:

https://climatecare.org/

https://www.trilliontreecampaign.org/https://climatecare.org/

QUALE ALBERO PIANTARE?

Quanto alla scelta dell’essenza da piantare, ci siamo affidati ad una ricerca del CNR di Bologna

http://www.bo.ibimet.cnr.it/notizie-ed-eventi/forestazione-urbana

Nella tabella che segue, presentiamo un estratto della ricerca ed una selezione delle essenze che possono aiutare con efficacia al raggiungimento dell’obiettivo della compensazione dell’impronta ecologica.

IMPRONTA ECOLOGICA e POSSIBILE COMPENSAZIONE

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