(Pierangelo Rovelli)
Nello scorso mese di dicembre, la Commissione “attività produttive” del Municipio 3, presieduta dalla consigliera Valeria Borgese ha iniziato un percorso su un tema di cui si parla poco, che è fondamentale all’interno delle linee strategiche del Municipio: la tutela del commercio e delle attività produttive dai reati collegati all’estorsione e all’usura. Il Municipio vuole partire con progetti concreti per diffondere la conoscenza di servizi che possono essere punti di riferimento per le vittime. Cosa non semplice perché si tratta di un fenomeno che, per ovvi motivi stenta ad emergere.
Il primo tema importante è quello relativo al racket delle estorsioni e all’usura .La lotta al fenomeno dei racket prevede da un lato azioni e misure repressive nei confronti di coloro che gestiscono le attività illegali e dall’altro il sostegno delle istituzioni e delle leggi dello Stato alle vittime. Accanto alle istituzioni operano le associazioni del terzo settore che sono impegnate in progetti di accompagnamento per le vittime che si ribellano.
A proposito del ruolo di aiuto nei confronti delle vittime che il Municipio può avere, nelle Zone sono stati aperti già dalla passata amministrazione 9 sportelli legali, all’interno dei Consigli di Zona (“Avvocati in Municipio”) gestiti con l’ordine degli avvocati. Questi sportelli da questa estate, a seguito di un accordo con l’assessore Majorino, si occupano anche di fornire ascolto, intervento e risposta per le vittime di estorsione e usura: gli avvocati orientano le persone, in un percorso di collaborazione con altre realtà, Libera, Camera di Commercio, Confcommercio, Confesercenti, Fondazione San Bernardino, Fondazione Lombarda antiusura, che fanno parte di un tavolo che è stato avviato nello scorso mandato nel quale è stata coinvolta anche la Prefettura (nella formazione degli avvocati che gestiscono gli sportelli).La Prefettura è fondamentale soprattutto nell’attività di erogazione dei finanziamenti per le vittime (due fondi: Fondi di prevenzione per le Fondazioni antiusura con le quali fornire alle banche garanzie sui prestiti concessi a soggetti in difficoltà e Fondi di solidarietà per gli operatori economici che hanno denunciato gli usurai). Regione Lombardia dal suo canto dovrebbe stabilire di assegnare al Comune di Milano circa 230.000 € proprio sul tema delle vittime di mafia. Le azioni da fare sono sicuramente il potenziamento degli sportelli, informazione, comunicazione, formazione degli operatori e interventi nelle scuole, nei comitati, nei quartieri: attività volte a stimolare la riflessione e , quindi, la denuncia, passo fondamentale e “conditio sine qua non” per accedere agli aiuti legali e finanziari. Ma soprattutto servono interventi che possano rompere il clima di omertà culturale: il tema della cultura mafiosa è centrale nei nostri quartieri.
Il Municipio ha un ruolo fondamentale nel sensibilizzare i quartieri più a rischio sul tema della presenza mafiosa nei pubblici esercizi, sul tema dell’usura e sul tema delle estorsioni, per esempio avviando analisi e chiedendo agli esercenti di rispondere a questionari. Per i questionari si può fare riferimento ai test fatti da Terre di Mezzo e all’esperienza di Lorenzo Bagnoli*).
*)dall’inchiesta di febbraio 2012 di “Terre di mezzo” dal titolo “Milano omertosa”, Lorenzo Bagnoli ha raccolto la testimonianza dei pochi che hanno osato denunciare. “Sono condannati alla solitudine -scrive-: la società civile ancora rifiuta l’idea che in città si paghi il pizzo, che le organizzazioni criminali controllino le gare d’appalto e impongano ai commercianti personale e forniture”. Le richieste di accesso al fondo antiracket pervenute alla Prefettura di Milano nel 2011 sono state due, tre nel 2010.
Nell’incontro organizzato in Municipio il dicembre scorso, è intervenuto il Consigliere David Gentili, Presidente della Commissione antimafia del Comune e due rappresentanti di associazioni che si stanno impegnando nel sostegno delle vittime delle azioni estorsive e di usura, Ferruccio Patti, presidente di “SOS impresa no racket e no usura”, emanazione di Confesercenti, e Erica Balduzzi di “SOS giustizia”, collegata a Libera.
Sia Gentili, che Patti, che Erica Balduzzi hanno sottolineato la scarsissima conoscenza dei benefici che la legge prevede per chi denuncia l’attività usuraia: meno del 18% degli imprenditori ne ha un’idea. Patti, ha poi sottolineato come, grazie alla legge 106 del ’96, nei casi di usura e estorsione, a seguito di denuncia, la vittima ha diritto a ricorrere al blocco dei suoi impegni verso lo Stato, INPS, INAIL, Cassa edile, per tre anni e per un anno per i debiti privati.
Nel caso di Libera, il sostegno fornito è prima di tutto umano e di affiancamento, partendo dal primo ascolto telefonico e passando per l’accompagnamento “fisico” alla denuncia, senza la quale non è possibile fare la richiesta dei fondi dedicati. Accompagnamento “fisico” alla denuncia nel senso che le persone che si rivolgono a Libera vengono accompagnate personalmente presso le forze dell’ordine a fare la enuncia. Questo perché il momento della denuncia, in particolare quando si tratta di reati che coinvolgono associazioni mafiose è un momento delicatissimo e che terrorizza.